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Musei. A Firenze nasce il “manifesto” che invita all’accoglienza e alla tolleranza

Il direttore del Museo dell'Opera del Duomo, Timothy Verdon, ha sottolineato la necessità per i musei di saper accogliere, includere e parlare a ogni tipo di pubblico FIRENZE - La città di Firenze ha ospitato in questi giorni il convegno "Museology and Values: Arte e Dignità Umana nel XXI secolo", organizzato dall'Opera di Santa Maria del Fiore. Il senso profondo di questo importante incontro, entrato a far parte dell'European Year of Cultural Heritage 2018, per la sua rilevanza culturale, e a cui hanno partecipato i direttori e curatori di famosi musei, accademici specializzati e architetti attivi nel settore, è stato sintetizzato da Timothy Verdon, direttore del Museo dell'Opera del Duomo. Verdon ha infatti dichiarato:  “I musei cambiano la vita delle persone”, questo significa che devono "saper accogliere, includere e parlare a ogni tipo di pubblico".  Un concetto questo che è stato ribadito nel "manifesto"  che ha poi di fatto chiuso il convegno. Un documento che definisce quale sia l'identità e la missione di un Museo. Il Manifesto è stato sottoscritto dai maggiori musei internazionali di Arte antica presenti - tra cui il Louvre, lo State Hermitage Museum, i Musei Vaticani, la National Gallery di Londra, il Bode-Museum di Berlino, la Gallerie degli Uffizi, la Galleria dell'Accademia di Firenze, la Pinacoteca di Brera e altri ancora.  "Nella diversità delle loro espressioni culturali i musei incoraggiano un approccio empatico alle differenze, favorendo l'apertura e la tolleranza. - Spiega il documento - Essendo ospitali, inclusivi e rispettosi, essi promuovono la consapevolezza di una comunità universale nonché la convinzione che ciò che unisce le persone sia più importante di ciò che le divide". "Il curatore del museo - prosegue ancora  il manifesto - deve interpretare il proprio ruolo letteralmente come quello che si prende 'cura' di ogni visitatore, proponendo un vasto arco di incontri con credenze, idee e immagini capaci di trasformare i turisti in amanti eterni dell'apprendimento. Occorre aiutare gli adolescenti e i giovani adulti a riconoscere i temi vicini ai propri interessi e a costruire 'musei delle emozioni' nelle nostre gallerie. Gli immigrati devono vedere i musei come luoghi di emancipazione e sedi di cittadinanza, dove il racconto interculturale rivela affinità insospettate". Il convegno ha ricevuto dal Capo dello Stato Italiano, Sergio Mattarella, la "Medaglia del Presidente della Repubblica" e i patrocini del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Council of Europe, Unesco, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Architetti Firenze, Icom Italia.  Tra i relatori e partecipanti erano presenti i direttori del Louvre (Jean-Luc Martinez), dello State Hermitage Museum di St. Peterburgs (Mikhail Borisovič Piotrovskij ), del Bode-Museum di Berlino (Julien Chapuis), del Kunsthalle di Mannheim (Ulrike Lorenz), della Gallerie degli Uffizi (Eike Schmidt), della Pinacoteca di Brera (James Bradburne), del Museo Egizio di Torino (Christian Greco), della Galleria dell'Accademia di Firenze (Cecilie Hollberg), della Gallerie dell'Accademia di Venezia (Paola Marini) e del Museo dell'Opera del Duomo (Timothy Verdon). Sono interventuti anche i curatori della National Gallery di Londra (Susanna Avery Quash), del Museo delle Arti Islamiche di Doha in Quatar (Mounia Chekhab Abudaya) e dei musei Vaticani, Maria Serlupi Crescenzi, oltre al Presidente dell'Accademia delle Arti del Disegno a Firenze Cristina Acidini e il Vice Presidente delle Relazioni Internazionali del Museo della Bibbia di Washington, Allen Quine. Mentre Antonio Paolucci, già ministro della Cultura ed ex direttore dei musei Vaticani, ha offerto una breve riflessione sul ruolo storico di Firenze nell'evoluzione dell'idea del museo.  ...

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